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E’ lo spoil system, bellezza!

Vecchioni è il presidente del Forum delle Culture. “L’ho scelto perché è fuori dai partiti”, ha detto de Magistris. Il professore di Luci a San Siro e di Le parole non le portano le cicogne, (libro che ho adorato) è presidente da un paio di giorni, tutti l’abbiamo saputo sabato mattina leggendo il Mattino, compreso Oddati che è stato fatto fuori dalla sera alla mattina. Sì, perché Oddati, che il Forum l’ha portato a Napoli, ha detto nelle interviste che ha giustamente rilasciato, che fino alla sera prima, de Magistris, al quale competeva la scelta, gli aveva comunicato che intanto non aveva ancora deciso.

Invece sabato mattina, tra chi rideva contento della scelta e chi era rimasto allibito dalla cosa (Vecchioni è un cantautore, de Magistris lo ha definito “un poeta contemporaneo” facendo venire la pelle d’oca a un collega che lo stava ascoltando perché proprio non è d’accordo), abbiamo appreso tutti di “Luci a San Paolo”.

Polemiche a pioggia sul sindaco per la scelta, applausi anche perché così “portiamo avanti la rivoluzione” e Oddati, dieci anni in Giunta con la Iervolino, non “è compatibile” con la rivoluzione arancione. Il Pd ha reclamato che la scelta è stata fatta senza consultare nessuno, Corrado Gabriele che il Forum sarà gestito da altri (lui dice il fratello del sindaco al quale chiede di fare chiarezza sul ruolo che avrà nella gestione dei 101 giorni di evento). La Iervolino che il Forum “non è un giocattolo da dare in mano agli amici” e altri, del centrodestra, “che non è Sanremo”. Ma qualcuno sarà stato contento oppure no di questa decisione?

Si sono divertiti tutti a scrivere, a commentare, a chiamare Oddati e Vecchioni

Facciamo gli auguri a Vecchioni, sì, magari sarà bravo. E comunque anche se il collega era stato preso dal vomito, il professore è un bravo cantautore. Però un po’ ci dispiace anche per Oddati che ci aveva creduto nel progetto. Che dire? Spoil system goes on.

L.

Cinquettii musicali, ovvero “Il Sanremo di twitter”

Ci ho messo un po’ per scrivere questo post e non per qualche presunzione intellettuale ma solo perché non ho avuto tempo. In molti hanno riflettuto, e non sbagliano, che questo è stato “il Sanremo di twitter”. In generale è stato il Sanremo della rete, ma siccome il tam tam su internet non è una novità, e lo stesso facebook, pure protagonista, non è una scoperta recente, direi che possiamo considerare i cinguettii come elemento contraddistintivo di questa edizione del festival. In buona parte, credo, l’uccellino ha fatto anche da elemento propulsore, perché so per certo che molti hanno acceso la tv dopo aver seguito il dibattito sul semi-social network.

È stata, ad ogni modo, un’esperienza interessante che ha arricchito e cambiato la visione del programma più tradizionale della storia della televisione italiana di una visione collettiva e per molti dissacrante assolutamente nuova e che potrebbe aver contribuito al successo di questa edizione, per molti versi assolutamente non brillante (né per la musica né per la conduzione, tanto per fare due esempi). Quanto prima accadeva al bar o nei salotti delle case degli italiani, in definitiva, è avvenuto su twitter, dove centinaia di utenti si sono confrontati sulla qualità delle canzoni, sull’abilità della squadra, hanno riso dello stiamo uniti di Morandi e analizzato il discorso di Benigni, riso per l’inglese della Canalis che intervista un annoiato Bob De Niro e appreso direttamente da Max Pezzali della sua eliminazione insieme a Tricarico. Un mondo nuovo che la Rai dovrebbe tener d’occhio.

Per conto mio, mi sono divertita assai. C’era la socia che è sbarcata su twitter proprio in quei giorni e c’erano discussioni e battute da morir dal ridere e così  sono tornata a vedere il festival dopo anni di consapevole assenza.

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Nemmeno uno su mille ce la fa

Dopo Fini, Berlusconi e Ti sputtanerò, dopo Saviano e Santoro (che per la verità non mi ha divertito molto), Luca e Paolo, ieri sera, hanno preso di mira il centrosinistra. Anche stavolta parodiando una canzone di Gianni Morandi, “Uno su mille”. Nel loro testo, cantano: “Uno su mille ci sarà che guidi questa opposizione” e, visto che non c’è un leader che metta tutti d’accordo, “per compattar le opposizioni c’è solo Berlusconi. Allora diamo a lui il mandato, dal 6 aprile è sul mercato, chissà che per tornare in pista, lui non diventi comunista”.

Sì, devono vincerlo loro questo festival che io e la socia abbiamo praticamente visto insieme tra Fb, chat di Gmail e Twitter. Lei commentava le esibizioni, io morivo dalla risate.

L.

Sanremo, Morandi, le bellocce e le canzoni. Ma che Festival è?

Siccome Sanremo è Sanremo e purtroppo non ci possiamo fare niente, io alla fine mi sono risoluta a guardare il festival, dopo circa 15 anni. L’ho trovato esattamente come ricordavo. Morandi sembra rincoglionito, qualcuno gli tolga il gobbo e gli dica di arrangiarsi. Tanto non può andare molto peggio senza i testi di Federico Moccia. Le sue mani sono entrate nell’immaginario collettivo del paese. Le due ragazze sono imbarazzanti. Belle son belle. Ma lo sarebbero di più se evitassero di parlare e muoversi. Clooney s’è nascosto nel tombino perché si vergogna della Canalis. B-lèn, come la chiama Gianni, non ha nessuno che si vergogni di lei perché sta con Corona, un uomo che non sa cos’è la vergogna. Per me potevano lasciare solo Luca e Paolo sul palco, sarebbe andata molto meglio.

Quello che mi colpisce di più, a parte l’abbigliamento assolutamente indegno di tutti, dai presentatori ai cantanti, sono i testi delle canzoni. Ho un sacco di domande.

Partirei da Luca Agonia e Franco Battiato. Mister Tamburino giustamente sta zitto tutta la canzone e poi canta “Io vivo nei panni di un alieno che non vola e non mi riconosco”. E ci credo. Non ti riconosciamo nemmeno noi, se è per questo. È vero che hai scritto La cura e ti abbiamo stimato per questo, ma non significa che dovevi andare in una casa di cura e recuperare questo sociopatico di Agonia! Secondo me gli autori di Sanremo l’hanno acchiappato dallo psichiatra di Tricarico.

Albano. Arriva a Sanremo vestito con la tappezzeria della poltrona di mia nonna, dopo anni di felicità prova a fare una canzone impegnata. Amanda è libera, tutta l’Italia sogna che Albano vada in galera per oltraggio alla musica. Tutta tranne le over 80 che ai suoi urli di cui tutti, francamente, faremmo volentieri a meno, vanno in visibilio e infatti ieri si sono fatte spiegare dai nipoti che seguono Amici come funziona il televoto e hanno speso la pensione per ripescarlo.

Davide Van de Sfroos. C’ho messo due giorni solo per capire il suono Sfroos. Arriva vestito a metà tra un cowboy e un barbone, con giacche di pelo improponibili e cappelli allucinanti. Qualcuno gli deve aver detto che anziché sulla riviera dei fiori stava andando al Carnevale di Rio. Il suo look è imperdonabile. La canzone ha una musica carina ma per i commenti ci fermiamo qui perché nessuno ha capito cosa dice tranne sua madre. Geniale da parte degli autori vietare fino allo scorso anno il dialetto napoletano e poi far cantare in laghé.  Comunque ho il vago sospetto che le parole facciano cagare.

Anna Oxa ha un’anima d’uomo. E fin qui, avremmo potuto vivere tranquilli, continuare con le nostre occupazioni. Il problema è che poi è comparsa sul palco dell’Ariston in vestaglia e pigiama, con i capelli del cantante dei Tokio Hotel e un trucco che ha fatto piangere Diego della Palma per tre giorni di fila. Quando poi inizia a urlare abbiamo tutti consapevolezza che staremo uniti. Nell’avere gli incubi la notte. Menomale che è andata.

Max Pezzali con il suo secondo tempo ci convince ancor di più che i supplementari sono una cosa ingiusta. La prima sera è venuto vestito come un barbone alla mensa della Caritas. La seconda s’è messo la maglietta da yankee del fratello minore, i jeans stracciati e la giacca della domenica di Repetto. Che vedendolo a Sanremo è stato perfettamente soddisfatto del suo lavoro da animatore a Disneyland Paris. Meglio pupazzo che coglione. La canzone non la giudico perché è uguale a tutte le altre.

La canzone di Roberto Vecchioni mi piace. L’ex maestro di scuola riesce a steccare pure lui e io mi chiedo: ma si sono rincretiniti tutti o i fonici stanno pisciando in continuo? Comunque, poco da dire. Se non che batte qualche record perché riesce a dire amore venti volte in tre minuti.Questa maledetta notte dovrà pur finire, sì. Il problema è che quelle di Sanremo sono cinque e ne mancano ancora due.

Francesco Tricarico. Ho paura di parlare di Tricarico perché essendo una persone evidentemente disturbata la potrebbe prendere a male. Un giorno in manicomio gli han detto che avrebbe fatto un figurone se fosse arrivato a Sanremo con una canzone sulla bandiera nel 150simo dell’Unità di Italia e della Repubblica di Morandi. D’altronde il Principe e Pupo non avevano tentato la stessa paraculata? Parlare del suo abbigliamento sarebbe come sparare sulla croce rossa, un po’ come parlare delle sue qualità di cantante.

Nathalie vive sospesa. Sarà per questo che non si rende conto che avendo i polpacci da calciatore non è proprio indicato comparire con gli anfibi? Ma cosa t’ha messo in testa tua mamma? Se proprio vuoi fare l’alternativa mettiti una gonna lunga, così almeno non ti vediamo le gambe. La canzone a qualcuno piace, secondo me urla troppo.

Emma Marrone e i Modà. Santo cielo, come urlano pure loro. Troppo. Ma qualcuno ha spiegato a questa gente che cantare non equivale a strillare come suini in punto di morte? Altri due appunti. A me il ritornello ricorda “Riderà”, se non erro di Little Tony. Poi è vero, siamo tutti tristi per l’operazione di Sangiorgi dei Negramaro che ha fatto saltare il tour. Ma cari Modà, questo non significa che dovete provare a rimpiazzarli con una canzone così palesemente Negramaro Giuliano poi sta male, ma sta meditando di cambiare genere dopo avervi visto.

TutanPravo. Sinceramente mi dispiace parlarne male perché è stata una grande. Però pure tu, Patty, dammi una mano. Arrivi pettinata come nonna Papera con una canzone che non sarebbe male ma che non riesci più a cantare. Dovevi portarla dieci anni fa, io mi rendo conto che tu senti ancora il vento e le rose ma Patty, è ora di fartene una ragione, non sei più la ragazzina del Piper. Le mossettine incantano poco, il restyling facciale mi fa paura perché sembra Lord Voldemort. Chiudo con un sospiro di nostalgia. E non per la sua eliminazione.

Giusy Ferreri. Il mare è immenso ma forse non bastava a nasconderti? È una delle peggio vestite. L’altra sera ha rubato la giacca luccicante a Morandi, le scarpe bicolori erano un’offesa a tutto. Poi, se hai il culone, perché ti metti quei vestiti? Dice che è troppo tempo che non si fa più l’amore. Ma se sei un cesso e ti conci pure così, con chi te la vuoi prendere? La voce non mi è mai piaciuta. Giusy, senti a me. Vai a vedere se al supermercato vogliono ancora una cassiera.

Anna Giggia Tatangelo. La prima sera si concia come la sorella della Oxa e urla Bastardo. Ce l’aveva con il parrucchiere. Ieri non è andata meglio. Trucco orripilante, capelli da nonna e zeppe che potrebbero uccidere qualcuno. Si unisce al gruppo degli urlatori. Dicono che quando canta la Tatangelo si rompono cristalli in Giappone. Ma è pur sempre la moglie di Giggi e quindi la ripeschiamo. Che tristezza.

La Crus, confesso che mi piacciono. Non fisicamente perché il sosia di  Yuri Chechi è talmente brutto che fa sembrare bello pure Yuri Chechi. Canzone raffinata, atmosfera un po’ anni Sessanta.Stonano pure loro però. Ma è rimasto qualcuno che sappia cantare? No, Morandi non vale come risposta.

Luca Barbarossa e Rachel De Rosario.  E andare su su su nel cielo e poi giu giu giu nel cesso. Uniti, mi raccomando, che non si salvi uno dei due. Tipica canzone sanremese. Secondo me possono vincere. Del resto ce l’hanno fatta Giò di Tonno e Lola Ponce, perché non loro?

A.

Perché Sanremo è Sanremo

Ieri è cominciato il Festival di Sanremo. E sarà anche noioso, ma credo che per una questione di costume e tradizione, la prima serata (e anche l’ultima) vada vista. Così ho trascorso la serata con degli amici davanti alla tv, tra commenti, saltimbocca e risate. Soprattutto quando Luca e Paolo, che conducono insieme a Morandi, hanno cantato, omaggio, hanno detto prima di esibirsi, “a una coppia di comici che ci ha sempre ispirato, che ha dato sempre moltissimo alla comicità italiana”. Poi dietro di loro sono apparse le gigantografie di Fini e Berlusconi.

“Devono vincere”, ha scritto la socia sulla sua pagina di Fb. Ha ragione!

L.