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If someone changes his mind

Capita che oggi sia mercoledì e io mi senta addosso una stanchezza da fine settimana. Capita che ieri, il mio terzo impegno della giornata fosse con de Magistris. Capita che il giorno prima, a Milano, un vigile urbano abbia sparato e ucciso un cileno. Capita che un collega di un’altra chieda al sindaco se la polizia municipale debba essere armata “dopo quello che e’ successo a Milano dove un vigile ha ammazzato un ragazzo cileno”. Il sindaco risponde che sì, i vigili urbani devono girare armati, è necessario. Scriviamo il lancio con le sue dichiarazioni “in merito a quanto accaduto ieri a Milano dove un cileno e’ stato ucciso da un agente della polizia municipale”. Capita che sono le 16.38 quando esce il lancio in rete. Poi si resta alla presentazione del libro e si fanno le 18. Capita che poi te ne torni a casa perché sei stanca. E quando arrivi trovi, tra le mail, una dell’ufficio stampa del sindaco nel quale lui sostiene che le sue parole non fossero riferite ai fatti di Milano, ma a una tematica di carattere generale. Scatta la telefonata alla portavoce. Urlo (e qui sbaglio) che è una smentita, che non si lavora così. Si discute insieme. Lei prima prova a farmi ragionare, poi dice due cose che, per me, aggravano ancora di piu’ la situazione. La prima: “La domanda era giornalisticamente posta male”. La seconda: “Lui in macchina c’ha pensato e non voleva che fossero riferite a Milano le sue dichiarazioni”. Discorso chiuso, per me. Ne prendo atto. Non ho mai avuto difficoltà a lavorare con loro. Adesso è il momento di prendere le distanze. In redazione, mi hanno detto di non perdere tempo con loro, che hanno capito che lui aveva cambiato idea. Resta il fatto che sono stata smentita perché uno stupido (sì, ho scritto stupido) ha cambiato idea.

L.

L’Europa non sospende la procedura, ma “certi passi sono stati fatti”

“C’era una donna, bionda, alta 1metro e 90, sembrava una vichinga e ogni volta che Potocnikcesa accennava un segno con la testa, dietro di lui faceva: ‘mmmm'”. Racconti di retroscena dell’incontro a Bruxelles di Regione, Comune e Provincia con Hahn e Clini.

L’Italia ha strappato sei mesi, allontanando lo spettro della multa. Insieme, Italia ed Europa, lavoreranno per risolvere la questione entro giugno. L’Europa ha aperto una linea di credito, riconoscendo ciò che finora è stato fatto e continuerà a vigilare.

Soprattutto, ed è forse la prima volta da che riesco ad averne memoria, ha detto che i fondi bloccati, i 145 milioni più o meno, che sono destinati alla Campania , potrebbero essere sbloccati, a patto che vengano rispettate condizioni che, però, non sono ancora state rese note.

Era quasi di euforia (ne avevano anche ragione) le dichiarazioni di de Magistris, Caldoro e Cesaro che lavoreranno ancora insieme per evitare la multa. Potocnik, il commissario europeo all’Ambiente ha detto: “L’Unione Europea non sospende la procedura, ma prende atto che certi passi sono stati fatti”.

L.

Dal Virgiliano guarderemo le regate

Il post di prima é il mio pezzo. I retroscena sono presto detti, o meglio, scritti. Il sindaco ieri è partito con il Napoli e tutti qui (me compresa) hanno fatto casini perché non capivamo il motivo di quella partenza, fermo restando che l’esordio del Napoli in Champions è una cosa importantissima. Ci ha pensato il suo vice, Sodano, al seguito dell’ex pm, a dire che stavano lì “per incontri istituzionali che comunicheremo nelle prossime ore”.
Nel pomeriggio, comincia a girare la voce che in realtà de Magistris fosse andato in Inghilterra per la Coppa America. Era grande il rischio che fosse una voce messa in giro ad hoc per giustificate la presenza del sindaco allo stadio, stasera. Così la risposta che mi è stata data “Se vogliono ce lo comunicano loro”, mi è bastata.
Poi in serata la voce diventa una certezza: in Inghilterra c’è anche Caldoro. Io un po’ mi dispiaccio perché non l’ho scritto e stamattina era su tutti i giornali e noi, quella notizia, la sapevamo, ma non ce l’avevamo. Ma forse meglio così perché quella cosa doveva rimanere “segreta” fino a oggi.
Me la sono cercata e oggi ho lavorato per questo. Un po’ di disorganizzazione e  noi in affanno mentre altri, più coordinati, i lanci li hanno messi in rete prima.
Poco importa, però, se alla fine ho scritto un pezzo che é piaciuto a tutti, azzeccato anche nel titolo. E domani tocca ancora a me, domani che é il day after.

L.

Un post in 4 punti, tipo maxiemendamento

Punto 1. Da oggi chiamatemi Eta Beta, se vi fa piacere. Un consigliere regionale mi ha paragonato a questo personaggio, un fumetto alieno amico di Topolino che ha due caratteristiche: da un lato la genialità, dall’altro che dalla sua gonnellina caccia l’impossibile tipo Mary Poppins dalla borsa. Quando ridendo l’ho detto al mio capo, mi ha fatto presente che in effetti si tratta di un complimento, anche se Eta Beta è un mostriciattolo.

Punto 2. Caldoro è venuto in Consiglio regionale, ha posto la fiducia al maximemendamento e alla manovra di assestamento di bilancio e ha detto: “Ciao, vado a Cortina d’Ampezzo, ci vediamo domani” perché devono passare 24 ore prima di votare il provvedimento in aula. Prima di partire, però, si è fermato 2 minuti e 30 secondi con noi e mi ha accarezzato i capelli, come si fa con i bambini. Ecco, ci risiamo.

Punto 3. Il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi di Avellino e Caserta contro l’ordinanza che Caldoro ha firmato sabato sera mentre ero al mare e della quale ho scritto da lì, dal campeggio. Così si sversa fino al 9 agosto a San Tammaro e a Savignano Irpino. Il Tar, però, dice che il 31 agosto, quando ci sarà l’udienza, la Regione deve portare i dati tecnici relativi alla capienza di cava Sari e della discarica di Chiaiano. Va bene, ma ricordatevi che a cava Sari può andare  solo la monnezza dei Comuni dell’area vesuviana. Diversamente col cazzo che ci sarebbe stata una nuova emergenza (l’ennesima, ciclica emergenza)!  Per questo provvedimento, Caldoro da Cortina sorride. Lo so. Sempre il Tar del Lazio, ma un’altra sezione con un altro presidente, ha invece deciso di prendersi 24 ore di tempo e depositare domani la sentenza sul ricorso del Comune contro il termovalorizzatore di Napoli est.

Punto 4. In questi giorni mi sono tutto sommato divertita anche in Consiglio regionale. E domani sono contenta di chiudere il cerchio e andarci di nuovo.

L.

Partire e continuare a lavorare

Esterno tardo pomeriggio. Luce che filtra tra gli alberi della pineta, piedi nudi. Telefono che squilla. Butto un occhio: è lavoro.
– Cosa è successo?
– No, niente, abbiamo firmato l’ordinanza.
– Sono in vacanza, ma dimmi, il lancio lo faccio lo stesso.
– Sicura?
– Sì

Non l’avrei perso per alcun motivo al mondo quel lancio e l’ho scritto. Ero arrivata in campeggio, dai miei, da meno di un’ora.

++ RIFIUTI: ORDINANZA CALDORO PER SVERSARE FUORI NAPOLI ++ ACCERTA CRITICITÀ; DISPOSITIVO SARÀ ATTIVO GIÀ DA STASERA – NAPOLI, 30 LUG – Il governatore della Campania, Stefano Caldoro, ha firmato una nuova ordinanza per i flussi extraprovinciali. Il provvedimento, firmato dopo aver accertato le criticità degli impianti stir di Napoli che sono quasi saturi, è operativo già da stasera. La frazione umida tritovagliata, proveniente dagli stir napoletani, sarà sversata nelle discariche di Savignano Irpino (Avellino) e San Tammaro (Caserta). Il nuovo provvedimento, il terzo, consentirà di continuare con le operazioni di svuotamento degli stir che accoglieranno, così, i rifiuti di Napoli e della provincia.

La giornata al mare si preannunciava bellissima

L.

“La notizia apre il sito dell’agenzia”
“Tu la prima ad averla”

 

Giornata tipo di una targato come il blog

Targato Gs o Cs è non fare altro che scrivere di rifiuti per 28 giorni di seguito e il ventinovesimo, quando arriva la Prestigiacomo in città, devi andare in Consiglio regionale. Convocato a oltranza.

Targato Gs o Cs è dover ascoltare la relazione di Caldoro sulla sanità che dura 40 minuti e finisce con “non sono stato tecnico, per quello, se il Consiglio lo vorrà metto a disposizione gli atti”. E invece non s’è capito niente e impieghi due ore per scrivere perché devi tradurre in italiano, non perché lui non lo sappia parlare, ma perché più tecnico non poteva esserlo.

Targato Gs o Cs è vedere intorno facce che ti dispiacciono, dopo aver preso consapevolezza che certe voci che girano sono state diffuse proprio da queste facce. E tu sorridi, ma in realtà il tuo è un ghigno.

Targato Gs o Cs è quando in sala stampa hanno i pc lenti, hanno bloccato l’accesso a Facebook, non puoi collegarti nemmeno al sito del blog per scrivere un post e il telefono non prende.

Targato Gs o Cs é quando gli uscieri ti prendono per culo perché sei rimasta solo tu e fanno zapping con la tv della sala stampa, facendo battute cretine quando trovano il canale per le hot line.

Targato Gs o Cs è temere che se il Consiglio slitta, il tuo capo ti dica: “Fai in tempo ad andare da de Magistris e Pisapia”.

Non è targato Gs o Cs aver progettato la fuga al mare, domani e dopodomani, e non averlo ancora detto al tuo capo.

L.

p.s.: dieci minuti dopo, ho chiamato in redazione per avvisare della mia assenza di domani. Risposta: “Ok, ma mentre vai, la fai una telefonata all’Asia per verificare le giacenze?”. Va be’, sì.

Oltre decreti e utopie

Demarco mi trova di nuovo d’accordo. L’ordinanza di Caldoro e la faccia tosta di de Magistris sono un passo avanti e non la soluzione. Quella è ancora lontana.

L.

Caldoro firma l’ordinanza e de Magistris gongola

Alla fine Caldoro ha firmato l’ordinanza per smaltire i rifiuti a San Tammaro, Savignano irpino e Sant’Arcangelo Trimonte. Quell’ordinanza che non aveva firmato in passato e che ha portato la Procura di Napoli a indagarlo per epidemia colposa. Ha il sapore di una vittoria di de Magistris la sua decisione perché il sindaco erano giorni che chiedeva quel provvedimento. Lui aveva pure fatto i conti e fatto sapere che in due di quelle tre cave c’è una disponibilità di 100mila tonnellate (nelle tre discariche andranno a finire i rifiuti che al momento intasano gli stir che, una volta liberati, potranno accogliere la monnezza). Presidé, hai voglia a dire che prima di firmare l’ordinanza dovevi avere la comunicazione delle Province che non potevano accogliere monnezza, hai voglia a spiegare che non volevi forzare e volevi dare un segnale alle altre Regioni che stanno dicendo sì (per il momento solo Liguria ed Emilia Romagna). Il messaggio che passa è che questo braccio di ferro l’ha vinto de Magistris.

Benevento e Caserta hanno già impugnato l’ordinanza. E io non so come andrà a finire oggi che è sabato e sogno il mare che non vedrò.

No, non possiamo sempre pretendere che gli altri si prendano i rifiuti di Napoli sostenendo che qui discariche e inceneritori non si devono fare perché pericolosi per la salute e poi andiamo dove queste cose già ci sono. Però, ancora una volta, Napoli ha necessità di chiedere aiuto agli altri perché da sola non ce la fa.

De Magistris aveva cominciato a parlare di San Tammaro due giorni fa, dopo l’audizione con la Commissione ecomafie. Parlava di una rassicurazione per un’ordinanza che, però, non c’era. Era rimasto sul vago o almeno ci aveva provato. Un “dispositivo rafforzato” e non una “ordinanza” si era affrettata a spiegare la Regione, inviato a Caserta, Avellino e Benevento, per svuotare gli stir di Napoli. Non voleva in alcun modo, Caldoro, forzare la mano e imporre alle Province i rifiuti napoletani. Ma quel dispositivo è stato rimandato al mittente e intanto per le strade le giacenze sono aumentate. No, Napoli non aveva più tempo.

Ieri sera, in un bar a piazza Trieste e Trento, ho trovato una cosa che in città ho visto in molti posti: uno stralcio dell’ordinanza del sindaco contro i monouso per la riduzione dei rifiuti. Non è la prima volta che un primo cittadino a Napoli fa una cosa simile, è la prima volta, però, che vedo in giro questi fogli attaccati all’ingresso di bar, locali e negozi. Forse a me de Magistris (leviamo pure il forse) non piace perché penso che parli troppo, ma il cittadino lo ascolta e si comporta di conseguenza.

Ieri è stata una settimana esatta che, come già per il passato, non ho fatto altro che occuparmi di rifiuti. Telefonate, riunioni a porte chiuse, corse (le solite) per incontrare il sindaco, le audizioni in Prefettura e di mezzo l’onomastico di mio padre e la decisione che il regalo dovevo comprarlo io.

La Provincia di Napoli, intanto, ha pure presentato il piano per le discariche. Ci hanno detto cinque, ma sono in realtà tre. Perché così, mi è stato detto – e qui è il caso di dirlo – da fonti qualificate, la stampa spara nel mucchio e pensa a cinque siti. Quei tre posti io li ho trovati. Due sono più vicini a me di quanto si possa immaginare. Ho fatto due conti, controllato i terreni a disposizione e in effetti lo “spazio” c’è, anche se piccolo, anche se servirà solo per i Comuni limitrofi. Nel terzo hanno anche avviato i lavori, anche se il sindaco ha detto che non è vero. Devono aver promesso loro grandi cose se negano anche l’evidenza.

Mi sono stancata, incazzata, ho trovato notizie, altre mi sono state sussurrate all’orecchio, sono arrivate via mail e sms, via telefono. Ho confortato colleghi che ne hanno preso solo cazziate, sono uscita sotto la pioggia e sempre con il motorino perché ero in ritardo. Poi la parte più semplice e bella: scrivere. Tenendo la penna ferma e le dita calme sulla tastiera del Mac e mantenendo la concentrazione nonostante le mosche che a causa della monnezza invadono casa. Qualcosa mi è piaciuta, qualche altra no. La certezza è che davanti c’è ancora tanta strada da fare, tante cose da imparare e meccanismi da comprendere.

L.

Roma Roma Roma

Sono sul treno che mi porta a Roma. Dalla socia. Avevo avvisato in redazione che domani non ci sarei stata e nonostante questo il telefono è squillato. “Allora domani pensi ancora al sindaco” (Noncelapossomaifare) “Ma io domani non ci sono… Avevo avvisato”. E va be’ domani se ne occuperà un altro e io non ci devo pensare anche se si tratta del bilancio di previsione.
Questo breve viaggio a Roma è la
prima cosa che faccio per me soltanto da troppo tempo a questa parte.
Guardo fuori dal finestrino e penso a quando prendere il treno era un fatto normale, prima dell’agenzia, prima che il lavoro fagocitasse ogni mio respiro. Giusto o sbagliato, purtroppo è così.
Stasera, però, io e la socia ce ne andiamo in giro per Roma. Il resto verrà domani. Anzi dopodomani

L.

La penna blu e il Club di Napoli

– La tua penna è blu?
– Sì, ma ho solo questa (mento, semplicemente non voglio prestare la mia penna)
– Serve a Caldoro, lui scrive solo con la penna blu e c’è da firmare il protocollo con Frattini.

Mo io potevo mai rischiare che saltasse il protocollo “Club di Napoli” perché non volevo prestare la mia penna a Caldoro? E no, non potevo e così ciao penna e va be’. Ma la cosa peggiore è che per tutta la giornata io ho dovuto sentir parlare di Mediterraeno: Bacino del Mediterraneo, aree del Mediterraneo, Regioni del Mediterraneo, Napoli capitale del Mediterraneo e Università del Mediterraneo! E basta, per piacere! Invece no. E’ arrivato Caldoro e ha annunciato questo club di Napoli per tutti i “governatori del Mediterraneo”.

Insomma, è stata una tortura. Come sempre non sono riuscita a mangiare, solo caffè, Frattini l’ho visto giusto perché me lo sono ritrovato davanti sulle scale a Castel dell’Ovo e con la mia grazia da elefante stavo per investirlo (io ero qualche gradino più su, eh) e sono uscita dalle segrete del castello più bello del mondo alle 18 dopo aver pure scritto un pezzo con le reazioni alla proposta di Caldoro su un Meeting dei giovani. E speriamo che non siano mediterranei. Li voglio scandinavi!

L.

p.s.: Presidé, oltre a una serata con la socia, saltata per colpa tua, mi devi pure una penna. Blu